Solenopsis saevissima Smith, 1855
Phylum: Arthropoda von Siebold, 1848
Classe: Insecta Linnaeus, 1758
Ordine: Hymenoptera Linnaeus, 1758
Famiglia: Formicidae Latreille, 1809
Genere: Solenopsis Westwood, 1840
Italiano: Formiche di fuoco
English: Fire ant
Français: Fourmi de feu
Deutsch: Feuerameisen
Español: Hormigas coloradas, Hormigas de fuego
Descrizione
Caratteristiche comuni a tutte le specie del genere sono un peziolo bisegmentato, l'assenza di spine sul propodeo e la presenza di lunghe setole al centro del clipeo (subito al di sopra delle mandibole). Le operaie si caratterizzano per il numero di articoli delle antenne, che sono dieci, gli ultimi due claviformi. La maggior parte delle specie ha occhi piccoli o rudimentali e mandibole strette, armate di 3-4 denti. I maschi sono alati, privi di pungiglione, di dimensioni maggiori di quelle delle operaie ma inferiori a quelle delle regine. Le regine sono alate, e si caratterizzano per un gastro notevolmente voluminoso; subito dopo l'accoppiamento perdono le ali. Formano colonie di migliaia di esemplari, talora poliginiche, cioè con più di una regina per nido. Nidificano nel terreno, spesso in vicinanza di aree umide quali le rive dei fiumi o degli stagni. L'ingresso dei nidi si trova spesso al riparo di oggetti quali tronchi, rocce, mattoni; in caso contrario le formiche ereggono tumuli a forma di cupola, alti sino a 40 cm. Alcune specie (p.es. S. fugax) costruiscono i nidi nei pressi di quelli di altre specie di formiche (Lasius spp. e Formica spp.) creando comunicazioni con queste attraverso gallerie che permettono loro di saccheggiarne le riserve di cibo. La maggior parte delle specie sono onnivore e si nutrono principalmente di vegetali e semi; sono tuttavia anche dei predatori molto aggressivi, in grado di attaccare prede anche molto più grandi di loro quali cavallette, libellule e talora anche piccoli vertebrati. Difendono aggressivamente il nido da tutto ciò che può rappresentare una minaccia: se disturbate fuoriescono in massa dal nido e assaltano l'intruso risalendo lungo le sue gambe. Il loro morso provoca un forte dolore nell'essere umano, sensazione simile a quella di una bruciatura, da cui il nome comune di "formiche di fuoco". A differenza di molte altre formiche che mordono e poi spruzzano acido formico sulla ferita, le formiche di fuoco usano le mandibole solo come ancoraggio e quindi utilizzano il pungiglione per iniettare un veleno, un alcaloide chiamato solenopsina, appartenente alla classe delle piperidine, con proprietà emolitiche e citotossiche. Il veleno ha anche proprietà insetticide e antibiotiche, e viene spruzzato sulle larve per proteggerle dall'aggressione di microrganismi. Viene inoltre utilizzato come repellente nelle interazioni con altre specie. La puntura della formica di fuoco provoca un dolore urente che regredisce dopo 20 minuti; in seguito nel sito della puntura compare una vescica sierosa, circondata da un'area edematosa e molto calda. Le vesciche molto spesso si ulcerano e tendono a sovrainfettarsi. In alcuni soggetti, ipersensibili al veleno, possono aversi fenomeni di anafilassi, che comprendono dolore toracico, nausea, sudorazione profusa, dispnea, edema della glottide, il cui esito può anche essere fatale se non si interviene tempestivamente con le cure appropriate.
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Data: 06/06/2013
Emissione: Formiche Stato: Brazil |
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